Giurista e storico francese. Divenuto avvocato nel 1560, non poté
esercitare la professione perché di religione calvinista. Dovette
trasferirsi da Parigi a Troyes e quindi a Sedan. In seguito si stabilì a
Basilea dove diresse la pubblicazione di numerosi testi storici. Dopo l'editto
del 1570, che concedeva agli ugonotti la garanzia di quattro piazzeforti,
rientrò in Francia. Riuscì a sfuggire alla strage della notte di
San Bartolomeo e a rifugiarsi presso A. Loisel. Sostenitore di Enrico di Navarra
(con il quale si convertì al Cattolicesimo nel 1571), fu tra i redattori
della "Satira Menippea" e, a sostegno della pretesa al trono di Enrico
IV, pubblicò
Mémoire, opera nella quale dimostrava ai
prelati francesi che essi avevano il potere di liberare il re dalla scomunica.
Nel Governo provvisorio istituito da Enrico IV a Parigi, ebbe la carica di
procuratore generale. Pubblicò testi di Fedro, Paolo Diacono, Petronio,
Ottone di Frisinga, Quintiliano, Salviano, il
Corpus iuris canonici
(1577), le
Leges Visigothorum (1579). Tra gli scritti giuridici
ricordiamo
La libertà della Chiesa gallicana (1594). Nel 1609 Ch.
Labbé pubblicò una raccolta generale delle sue opere dal titolo
Pithoei opera sacra, iuridica, historica, miscellanea (Troyes 1539 -
Nogent-sur-Seine, Aube 1596).